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Lorenzo Giovati

Verdi, Tchaikovsky e Shostakovich • Currentzis

Parma, Teatro Regio. 12 Ottobre 2024

 

Il 12 ottobre 2024 si candida ad essere per il Teatro Regio di Parma una data indimenticabile, come lo fu, per la città e per la sua Cattedrale, la magica esecuzione della Messa da Requiem di Verdi, da parte del maestro Claudio Abbado, nell’ormai lontano 1980, di cui ancora si parla tra gli appassionati che ebbero la fortuna di ascoltarla. Teodor Currentzis, con il suo talento, e con la sua magnifica orchestra, ha trasformato la serata, già attesa, in un trionfo assoluto. Che il pubblico avrebbe assistito ad un grande spettacolo, era già apparso evidente peraltro quando gli orchestrali hanno iniziato ad accordare gli strumenti, generando suoni che già trasudavano armonia, intonazione e profondità.  


Il programma, creato apposta dal maestro Currentzis per il Festival Verdi, e poi arricchitosi con le variazioni per violoncello, si è aperto con l'esecuzione dell'Ouverture de La Forza del Destino. Coloro che, tra il pubblico, si interrogavano su come il direttore greco-russo, avvezzo a frequentare repertori sinfonici apparentemente lontani rispetto a quello operistico e verdiano, si sarebbe posto di fronte alla prova di questa sinfonia, sebbene egli abbia lasciato la testimonianza di una meravigliosa esecuzione della Messa da Requiem, hanno ricevuto una risposta che non ha ammesso repliche o consentito dubbi.  La potenza, la precisione, ma anche la riflessività e l'introspezione di alcuni passaggi, sono state le qualità che sono subito balzate all'orecchio dello spettatore, il quale, travolto da un'esecuzione straordinaria, anche per la libertà delle dinamiche scelte, ha assistito ad una performance unica e memorabile. Terminato l'ultimo accordo, come si dice in gergo, il teatro è "venuto giù". Erano molti anni, si è detto in Teatro, che non si assisteva ad un'ovazione così spontanea, intensa e meritata al Teatro Regio. Questa esecuzione meravigliosa si è fatta spazio, in pochi minuti, tra le  migliori della storia (tra Abbado, Muti, Sinopoli, Levine, ma anche e persino Toscanini, che qualcuno ha giustamente evocato), confermando il maestro Currentzis come un talento musicale che è solo da ammirare.  


Successivamente, insieme al direttore greco, è salita sul palco la violoncellista italiana Miriam Prandi che si è cimentata nelle Variazioni su un tema rococò di Tchaikovsky, un brano di esecuzione rara, ma di piacevolissimo ascolto. Currentzis, alla guida di un'orchestra dall'organico ridotto (erano infatti coinvolti solo legni ed archi) ha cesellato perfettamente ogni singolo momento, mantenendo il suono orchestrale meravigliosamente lieve e trasparente, ma dandovi anchevigore quanto necessario, soprattutto nel finale, reso con rapidità e precisione. Sul fronte solistico la violoncellista Miriam Prandi ha offerto la dimostrazione di una perfezione tecnica e interpretativa assolute. Il suono rotondo e vibrante (senza mai nemmeno approssimarsi all'effetto "carro", come lo definiva Toscanini) del suo violoncello ha contribuito alla resa precisa, sia del tema più "rococò", sia nel suo sviluppo più romanticheggiante. La violoncellista ha poi generosamente proposto tre bis al pubblico parmigiano, ovvero Alone di Giovanni Sollima, uno straordinario brano di Peteris Vasks, di nome “Dolcissimo” che l'ha vista protagonista, non solo come violoncellista, ma anche come cantante, e il celeberrimo Prelude dalla Suite 1 per Violoncello di Bach.


Dopo l'intervallo, durante il quale nel foyer risuonavano commenti quasi increduli da parte del pubblico, il maestro Currentzis, apparso in abiti diversi, ha affrontato la quinta difficilissima sinfonia di Dmitri Shostakovich, proponendone un’esecuzione che ha rasentato la perfezione tecnica e interpretativa: una perfezione che è apparsa ancor più evidente ed apprezzabile a chi ha potuto confrontare mentalmente questa esecuzione, con quella, bellissima, ma certamente meno intimamente tormentata e per questo meno profonda, che solo pochi mesi fa il giovanissimo Klaus Mäkelä, altro talento da ammirare, sebbene ancora più acerbo, ha proposto al Festival di Saliburgo, alla guida della Oslo Philharmonic, edizione poi pubblicata in CD. La  direzione del maestro Currentzis è stata impeccabile, riuscendo a dar voce ad ogni minima sfumatura della partitura, con una precisione quasi chirurgica e con una stupefacente profondità analitica. Il secondo movimento, caratterizzato da un ritmo scattante, ha conquistato il pubblico per la sua vivacità e il suo equilibrio tra energia e divertimento, regalando un momento di leggerezza e ironia. Ogni battuta sembrava respirare al ritmo delle sue mani, mantenendo una tensione continua e vibrante. Ma è nel quarto movimento che Currentzis ha dimostrato tutta la sua maestria: il crescendo trionfale, ampio e possente, ha riempito la sala di un suono denso e avvolgente, trasportando l’ascoltatore in un climax emotivo che ha fuso potenza e perfezione tecnica. È stato uno dei momenti più alti dell’intera serata, che ha lasciato il pubblico letteralmente senza fiato e ha sancito definitivamente il successo di un’esecuzione oggi difficilmente eguagliabile.

 

Terminato il programma ufficiale, ad un pubblico che sembrava deciso a rimanere tutta la notte ad applaudire, il maestro Currentzis ha regalato due celeberrimi stralci dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev, ovvero la Danza dei Cavalieri e il finale del secondo atto, ovviamente eseguiti alla perfezione.


L'Orchestra MusicAeterna ha suonato come meglio non si potrebbe fare, riconfermando che le orchestre create dal maestro Currentzis (quindi anche Utopia) si collocano al livello delle più grandi orchestre (ben più longeve) del mondo intero. Gli ottoni taglienti, ma profondi, le percussioni decise, i fiati nitidissimi e gli archi coesi in un tutt'uno sono qualità che il pubblico di Parma ricorderà per molto tempo. L'orchestra ha inoltre brillato per una straordinaria reattività. I musicisti, infatti, non guardavano solo il direttore, ma si guardavano tra loro e trasmettevano l’un l’altro un'energia tale nel suonare lo strumento, che l'esito è stato assolutamente memorabile.


Il concerto è stato quindi un trionfo che rimarrà nella storia del teatro. Ne hanno offerto una prova ulteriore gli attimi che sono seguiti alla sua fine. Il pubblico ha atteso gli orchestrali fuori dal teatro, davanti al pullman, per continuare ad applaudirli. Lo stesso hanno fatto altri spettatori sul retro del teatro in attesa del maestro Currentzis, il quale si è generosamente offerto per autografi e foto prima di salire su un’auto alla volta di Rimini, lasciando dietro di sé il ricordo di una serata indimenticabile, che tutti auspicano di poter rivivere presto.

 

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