Mozart • Järvi
- Lorenzo Giovati
- 21 mag 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Salisburgo, Großes Festspielhaus. 18 Maggio 2024
Il Festival di Pentecoste salisburghese di quest'anno, la cui direzione artistica è stata affidata, dal 2012 ad oggi, alla soprano italiana Cecilia Bartoli, è stato costruito attorno alla figura musicale di Salisburgo per eccellenza: Wolfgang Amadeus Mozart. Il festival, che per l'occasione ha assunto il nome di "Tutto Mozart", ha coinvolto un pubblico variegato e numeroso per quattro giorni di musica mozartiana ininterrotta, se non per un recital in onore dei 50 anni di Placido Domingo, il cui programma spazierà da Verdi a Dvorak.
Come secondo evento del festival, dopo la prima de "La Clemenza di Tito" che lo ha inaugurato il 17 maggio, è stato organizzato un magnifico concerto interamente mozartiano, diretto dal maestro Paavo Järvi, alla guida della Deutsche Kammerphilharmonie di Brema, affiancato dal pianista Daniil Trifonov.
La prima parte del concerto prevedeva l’esecuzione della Sinfonia n. 31 in re maggiore K. 297 di Wolfgang Amadeus Mozart, soprannominata "Parigi" per il luogo in cui il compositore la scrisse. Questa sinfonia rappresenta una delle composizioni più brillanti di Mozart, scritta durante il suo soggiorno a Parigi nel 1778. La "Parigi" risente delle influenze delle meravigliose sinfonie parigine di Joseph Haydn, animata come è di un’energia e di una vitalità che riflettono l'ambiente musicale dell'epoca.
La versione che è stata proposta in questo concerto è la prima, ovvero quella che prevede un secondo movimento “Andante" in 3/4. Questa scelta risale a una versione iniziale che non piacque a Legros, all’epoca direttore de Le Concert Spirituel, per cui Mozart scrisse la sinfonia. Sotto la pressione di Legros, Mozart sostituì l’Andante con un Andantino in 6/8.
Il maestro Paavo Järvi si è riconfermato un interprete di livello eccelso in ogni repertorio, incluso quello mozartiano. La sua direzione ha saputo esaltare le caratteristiche peculiari di ciascun movimento della sinfonia. I movimenti iniziali e finali sono stati molto coinvolgenti e ricchissimi di energia, pur mantenendo sempre una straordinaria eleganza e un’assoluta appropriatezza nelle sonorità mozartiane. Il maestro Järvi ha saputo evidenziare la vivacità e il dinamismo della sinfonia, sottolineando la brillante orchestrazione di Mozart, con un tocco lieve, elegante e preciso. Il movimento centrale è stato particolarmente dolce ed etereo, merito di un’impeccabile sezione degli archi. I violini, con il loro suono delicato e al contempo espressivo, hanno saputo offrire sonorità definite, ma al tempo stesso morbide. Il contrasto tra la dolcezza dell'Andante e l'energia dei movimenti estremi ha messo in luce la versatilità dell’orchestra, sotto la guida del maestro Järvi, capace di passare, con estrema naturalezza, da momenti di intensa vivacità a altri passaggi di grande lirismo. La direzione del maestro Järvi ha quindi valorizzato ogni sfumatura della partitura.
Il venticinquesimo concerto per pianoforte e orchestra in Do maggiore K. 503, terz'ultimo della produzione concertistica mozartiana e composto tra due dei suoi capolavori operistici, Le Nozze di Figaro e Don Giovanni, è stato magistralmente interpretato dal pianista Daniil Trifonov. Questo concerto, che rappresenta una delle opere concertistiche più mature e complesse di Mozart, è stato eseguito con una maestria che ha saputo mettere in luce, sia la brillantezza tecnica, sia la profondità espressiva della composizione. Trifonov, giustamente apprezzato per il suo straordinario talento e per la sue interpretazioni profonde, ha sfoggiato un pianismo sicuro, dinamico ed elegante, caratterizzato da un controllo tecnico ineccepibile e da un gusto musicale raffinato. Nel primo movimento, Allegro maestoso, Trifonov ha saputo interpretare con grande vigore e precisione la grandiosità e la maestosità del tema principale, bilanciando perfettamente, insieme all'orchestra, potenza e grazia. Il secondo movimento, Andante, ha rappresentato poi un momento di grande introspezione. Trifonov ne ha offerto un'interpretazione morbida e raffinata, mantenendo comunque una vivacità sottile, che ha impedito al movimento di risultare monotono o spento. La sua capacità di esprimere le sfumature emotive del movimento ha rivelato una profondità interpretativa rara, arricchita dall'eccellente supporto dell'orchestra. Nel terzo movimento, Allegretto, Trifonov ha invece dimostrato una straordinaria agilità e una sensibilità musicale che hanno dato vita a un'esecuzione ricca di sfumature e di dinamiche. La vivacità e la rapidità dell'esecuzione hanno permesso al pianista di introdurre qualche licenza in termini di virtuosismi, mantenendo sempre un'eleganza e una coerenza stilistica in linea con lo spirito mozartiano. Il dialogo tra il pianoforte e l'orchestra è stato particolarmente brillante, con Trifonov che ha saputo integrarsi perfettamente con l'ensemble, creando un'intesa musicale di altissimo livello. Il maestro Paavo Järvi, per parte sua, ha nuovamente dimostrato la sua grande abilità nel dirigere il repertorio mozartiano, imprimendo all'orchestra a una visione coerente e felice del compositore salisburghese. Sotto la sua direzione, l'orchestra tedesca ha risposto con una precisione e una sensibilità impeccabili, accompagnando Trifonov con un suono pieno e sempre ben equilibrato. La collaborazione tra Järvi e Trifonov è risultata particolarmente fruttuosa, con entrambi gli artisti che hanno saputo valorizzare al meglio le qualità dell'altro, regalando al pubblico, giustamente entusiasta, un'interpretazione del Concerto n. 25, indubbiamente eccellente.
Alla fine del concerto, il maestro Trifonov ha concesso in bis l'esecuzione del secondo movimento della sonata n. 12 di Mozart, con il pubblico che gli ha tributato interminabili applausi.
Dopo l'intervallo, il maestro Paavo Järvi, sempre alla guida della Kammerphilharmonie di Brema, è tornato sul palco per eseguire la Sinfonia n. 41 di Mozart, detta "Jupiter" (Giove). Questa denominazione deriva dalla visione solare che l'impresario londinese Johann Peter Salomon, noto per aver portato Franz Joseph Haydn a Londra, dove scrisse le ultime 12 sinfonie, denominate Salomon Symphonies, riscontrava nella composizione.
Anche in questo caso, il maestro Järvi è stato superlativo nell'interpretare la complessa sinfonia, caratterizzando in particolar modo il primo movimento, Allegro vivace, con un'energia travolgente, conferita soprattutto dalle trombe e dai timpani. L'orchestra lo ha assecondato con precisione e vitalità, mettendo in risalto la grandiosità del tema principale e la brillantezza dei passaggi ritmici. Il secondo movimento, Andante cantabile, è stato caratterizzato da un maggiore tormento orchestrale, mantenendo comunque un'eleganza e una liricità straordinarie. Il maestro Järvi ha saputo evidenziare le sfumature emotive del movimento, accentuando alcuni passaggi con un'intensità che ha conferito profondità e pathos alla musica. Il Minuetto e Trio del terzo movimento sono stati notevolmente energici e ritmati. Anche in questo caso, ottoni e percussioni sono stati fondamentali per la riuscita del movimento, suonando con precisione e vigore. L'esecuzione del Minuetto ha mostrato un equilibrio perfetto tra rispetto della struttura formale e vivacità della dinamica, rendendo ogni battuta coinvolgente. Il Molto allegro finale è stato maestoso ed elegante. I fili musicali di tutti gli strumenti, in particolare degli archi, si sono perfettamente intersecati e sciolti più volte, conferendo al movimento una dinamicità straordinaria. Le complesse trame contrappuntistiche sono state eseguite con chiarezza e coesione, creando un effetto di sorprendente leggerezza e potenza. Le dinamiche non banali e il tempo sostenuto hanno contribuito alla buona riuscita del movimento, culminando in un rullo dei timpani conclusivo che ha marcato in modo deciso la fine della sinfonia, dando inizio a un applauso scrosciante del pubblico.
Questo applauso ininterrotto ha poi "costretto" il maestro Järvi a proporre, in bis, come già fatto nello scorso concerto all'Auditorium Manzoni di Bologna, una meravigliosa esecuzione del Valse Triste di Jean Sibelius, suonato con estrema leggerezza, soprattutto nelle parti con meno volume, in cui la melodia era percettibile solo con grande sforzo uditivo.
La Deutsche Kammerphilharmonie Bremen è stata assolutamente eccellente. Gli archi sono stati compatti e uniformi, creando un tessuto sonoro ricco e omogeneo. I timpani e gli ottoni sono stati fermi e decisi, aggiungendo profondità e solennità alla performance. I fiati, compatti e precisi, hanno arricchito l'orchestrazione con il loro suono nitido e ben articolato.
Esito della combinazione di tanti talenti è stato un concerto memorabile.