Mahler Sinfonia 3 • Rattle
- Lorenzo Giovati
- 22 lug 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Verbier, Salle des Combins. 19 Luglio 2024.
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1994, il Festival di Verbier ha trasformato la graziosa località svizzera, attorniata da una bellissima cornice di montagne, in un affermato centro di attrazione per gli appassionati di musica, offrendolo loro numerose e coinvolgenti esperienze musicali, con la partecipazione di artisti di fama internazionale. La sua inaugurazione, coincidente con quella del Festival di Salisburgo, è stata quest’anno affidata al maestro Sir Simon Rattle, che ha preparato l'orchestra del Festival di Verbier all'esecuzione della terza sinfonia di Gustav Mahler.
Il mastodontico capolavoro mahleriano, che rappresenta la più lunga composizione sinfonica di tutti i tempi (un'ora e tre quarti circa), inizia con una fanfara di corni, che, fin dall’incipit, hanno reso evidente al pubblico presente in sala che avrebbe assistito ad uno spettacolo di livello molto elevato, sia per la grande qualità dell’orchestra, sia per la maestria dell’interpretazione. Il maestro Rattle è stato infatti protagonista, sin da subito, di una lettura estremamente solida, ma anche non eccessivamente tormentata, del complesso primo movimento, addolcendo molte delle screziature drammatiche, delle evocazioni funeree e delle spigolosità che la partitura presenta, così da portarne a più evidente emersione la sotterranea vena melodica. Il tempo scelto è stato tendenzialmente corretto anche se non sempre è stato adeguatamente variato (specialmente durante i passaggi centrali e durante gli assoli del trombone). Ottime sono state invece la potenza dell'orchestra e la scelta di alcune dinamiche.
Assai pregevole è stato anche il secondo movimento, in cui le sezioni degli archi e dei fiati si sono distinte per leggerezza e il maestro Rattle ha saputo disporre numerosi rubati con garbo e delicatezza.
Il terzo movimento è stato ineccepibile. Il maestro Rattle ha conferito all'orchestra toni allegri, alternandoli a toni molto misteriosi, ma comunque sempre delicati, puntando l'attenzione soprattutto sul tempo e sull'importanza della tromba solista fuori scena, che ha suonato, tra l'altro, molto bene. Purtroppo, l’ascolto è stato molto disturbato da un pubblico che, forse perché non preparato a sostenere una partitura così impegnativa, è parso, in una sua non trascurabile parte, assai poco sensibile alla necessità di osservare, durante l’esecuzione, un rispettoso silenzio, per riguardo agli artisti e alla restante parte dei presenti, concedendosi a rumori di ogni genere (da telefonini che suonavano, a telefonini ed altri oggetti che cadevano a terra, da persone che uscivano rumorosamente, sbattendo anche le porte, e via così). Anche questa è stata parte dell’esperienza. Vi è da augurarsi che ciò corrisponda ad un infelice episodio, non ad una prassi.
Poco prima della fine del terzo movimento, ha fatto il suo ingresso sul palco il mezzosoprano Magdalena Kožená. L'atmosfera di mistero, creata nel movimento precedente, si è riversata anche su quello successivo. Il maestro Rattle ha mantenuto un tempo lento, contribuendo alla creazione di una melodia liricamente molto accentuata. Il mezzosoprano ha cantato molto bene, scandendo bene le frasi musicali e fraseggiando in modo eccellente. Vocalmente, la sua voce scura si è sposata perfettamente con le atmosfere del movimento.
Al quarto movimento è succeduto il quinto senza soluzione di continuità. Il movimento, il più particolare per forma e melodia di tutta la sinfonia, prevede anche l'utilizzo di un coro di sole donne e di un coro di voci bianche. In questo caso le masse corali erano rispettivamente il Oberwalliser Vokalensemble e il Chœur Cantiamo de l'École de chant du Haut-Valais. Entrambi hanno offerto un'esibizione eccellente. La direzione ha sottolineato la ritmicità del brano, senza cadere in eccessi di energia o di allegria.
Subito dopo è iniziato il sesto e ultimo movimento, il meraviglioso Langsam, la cui durata è di circa di mezz'ora. Il maestro Rattle ha svolto un eccellente lavoro di cesello, plasmando la melodia con delicatezza e mantenendo un perfetto equilibrio tra le sezioni dell'orchestra. Nei momenti di maggiore fluidità melodica hanno prevalso le sezioni degli archi, che sono state in grado di alleggerire il suono fino a quasi farlo scomparire, ma senza mai lasciare che il timbro si perdesse. Nei momenti di maggiore potenza orchestrale hanno invece prevalso gli ottoni e le percussioni, entrambi eccellenti. Il tempo scelto è stato inoltre corretto, anche se la leggendaria (e insuperabile) versione proposta da Leonard Bernstein con i Wiener Philharmoniker può dimostrare che la scelta di un tempo più lento sia di ancor maggiore arricchimento per questo brano. Il maestro Rattle ha invece scelto un tempo tendenzialmente non veloce, ma nemmeno dilatatissimo, che ha comunque permesso alla melodia di liberarsi con estrema cantabilità e con accentuato lirismo. Peccato solo per le ultime battute, in cui l'accelerando finale non ha permesso ai colpi di timpani (tonica-dominante) di essere così profondi e vigorosi come ci si sarebbe atteso.
L'orchestra del Festival di Verbier è stata eccellente in ogni sezione, soprattutto in quelle degli archi, dei fiati e delle percussioni, mentre non sono mancate alcune isolate imperfezioni nella sezione dei corni. Vi è inoltre da sottolineare che l’orchestra era composta, per la maggior parte, se non per la totalità, da ragazzi giovani, che non sono solo tecnicamente preparatissimi e talentuosi, ma sono stati anche musicalmente e artisticamente valorizzati dal Festival. Una nota di merito va rivolta al primo violino, alla tromba solista e al trombone solista che sono stati ineccepibili (il trombone in particolar modo).
Il concerto è quindi stato splendido e ha inaugurato nel migliore dei modi il Festival. Alla fine del concerto gli artisti hanno ricevuto una prolungata e meritata standing ovation.
Il concerto, così come tutti quelli del Festival di Verbier, sono stati e saranno trasmessi dalla piattaforma medici.tv e da Stage+.