Il Trovatore • Ciampa
- Lorenzo Giovati
- 25 set 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 feb 2024
Parma, Teatro Regio. 25 Settembre 2023
Dopo l'inaugurazione di "I Lombardi alla Prima Crociata" e l'esecuzione della Messa da Requiem, è andata in scena la nuova produzione de "Il Trovatore" di Giuseppe Verdi, terza opera in cartellone del Festival Verdi 2023.
Lo spettacolo ha ricevuto un'accoglienza di pubblico contrastata e ciò in ragione delle criticità che hanno caratterizzato l'esecuzione musicale. A partire dal complesso orchestrale del Comunale di Bologna, che ha dato l'impressione di suonare svogliatamente e che ha evidenziato, soprattutto nel settore degli ottoni, rilevanti problemi di intonazione e di qualità del suono, confermando peraltro, in modo ancor più evidente, carenze già palesate nell'esecuzione della Messa da Requiem. Il maestro Ciampa, per parte sua, pur prodigandosi nel sollecitare con ampi gesti un miglior rendimento dell'orchestra e una sua più intensa partecipazione all'azione scenica, non è riuscito ad imprimere la sua cifra, finendo per essere coinvolto lui stesso nella non buona prestazione orchestrale. In modo migliore si è invece espresso il coro del Comunale di Bologna.
Non meglio le cose sono andate sul palcoscenico.
Francesca Dotto è in possesso di un canto disteso e ben dosato, ma il suo mezzo vocale, per limitatezza di estensione e di volume, non è comunque parso adeguato al personaggio di Leonora.
Al suo fianco, il tenore Riccardo Massi e il baritono Franco Vassallo.
Il primo ha offerto un'interpretazione molto sfocata del personaggio di Manrico, esibendo una linea di canto monocorde, un fraseggio approssimativo e un gesto scenico non raffinato.
Al secondo, forse anche perché affaticato dall'aver interpretato Falstaff due sere prima, non è bastato il suo consumato mestiere per delineare un Conte di Luna credibile, al punto da essere ripreso dal pubblico dopo l'aria del secondo atto e alla fine dello spettacolo.
Bravi sono invece stati Roberto Tagliavini, nell'interpretare il ruolo di Ferrando con ottima voce e buona presenza scenica, e Clementine Margaine, forse la migliore del cast, nel dar corpo al personaggio di Azucena.
In questo contesto la regia di Davide Livermore è stata la componente più interessante della serata e forse l'unico contributo di vero talento, indipendentemente dal fatto che possa essere piaciuta o meno. A me è piaciuta molto, in quanto, pur utilizzando il linguaggio artistico del regista, ha proposto, in un'ambientazione mutevole ed evocativa, tutti gli elementi caratterizzanti l'opera verdiana e, ne ha assecondato l'ascolto. Non sono comunque mancati i dissensi.
In ogni caso, si è trattato di un Trovatore complessivamente deludente.