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Lorenzo Giovati

Gala Wagner • Nagano

Parma, Piazza Duomo. 11 Luglio 2024.

 

Giovedì 11 luglio si è concluso il festival Toscanini che, dopo aver ricevuto l'anno scorso la Medaglia del Presidente della Repubblica, ha ormai raggiunto la sua terza edizione. Il Festival Toscanini, nato per l’occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura, è divenuta un'iniziativa consolidata nella sua programmazione e nella sua pregevolezza, rappresentando l’occasione per portare in città numerosi concerti nella prima parte del periodo estivo. Come da tre anni a questa parte, anche quest'anno la conclusione del festival è avvenuta in Piazza Duomo, cuore della città. Dopo i buoni successi della Nona sinfonia di Beethoven, diretta da Fabio Luisi, e del Concerto sinfonico del maestro Alessandro Bonato, quest'anno l'appuntamento è stato affidato alla sapiente arte musicale del maestro Kent Nagano (per la prima volta a Parma), che ha proposto un programma interamente dedicato a Wagner ed ispirato, nel suo assemblaggio, agli storici concerti wagneriani del grande direttore Arturo Toscanini.


Toscanini, che secondo la sua filosofia riteneva (e non con tutti i torti) che all'aperto si dovesse giocare a bocce e fare dei pic-nic, non invece organizzare concerti, si sarebbe (forse) ricreduto nel vedere la meravigliosa piazza della sua città illuminata in modo così scenografico, per un concerto all'aperto, per di più supportato da un'acustica ottima, che, alla sua epoca, non sarebbe stata nemmeno pensabile.


In una città come Parma, con tradizioni verdiane molto radicate, potrebbe sembrare non scontato un concerto wagneriano interamente sold-out, ma, come ricordava Toscanini stesso, "Nel 1884 Parma fu la prima città italiana in cui venne rappresentato il Lohengrin dopo il successo di Bologna e il fiasco di Milano". Parma fu inoltre il primo punto di contatto tra Toscanini e Wagner con quell'esecuzione dell'Ouverture del Tannhäuser che tanto piacque allo stesso Toscanini, che poi approfondì il suo incontro con il compositore tedesco, con il ruolo di violoncellista, nel già citato Lohengrin. Parma si è dunque confermata, nel ricco e variegato mondo dei suoi appassionati di musica e non un’enclave di tifosi verdiani, come, non di rado, vengono  oleograficamente rappresentati alcuni suoi ambienti, ma un luogo di diffusa passione per la buona musica, sol che la proposta artistica e musicale sia attrattiva, come indubbiamente lo era l’altra sera. 


Il programma della serata prevedeva infatti l'Ouverture del Tannhäuser (nella formula priva del finale, ma con l'aggiunta della Musica del Monte Venere), i Lieder Wesendonck, l'Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal, il Preludio, con annessa la Morte di Isotta, dal Tristan und Isolde e, inevitabile ultima, la Cavalcata delle Valchirie.


Il maestro Nagano, la cui presenza sul podio ha impreziosito la serata, è riuscito nella non facile impresa di assemblare un Gala wagneriano, non fosse altro perché l'idea musicale di Wagner si basa su una continuità musicale quasi inesauribile, che vede spesso atti interi senza pause o senza arie ben separate, come invece prediligeva Verdi, che concepiva la composizione della sua musica in maniera completamente differente. Non a caso Verdi non gradì quando gli furono mosse le accuse di "wagnerismo" riguardo al suo Don Carlo, opera che differisce dalle altre proprio perché priva in parte di quella formula scena-aria che era caratteristica delle opere verdiane precedenti. Il direttore californiano, che si è più volte cimentato nel repertorio wagneriano, in particolare ad Amburgo (dove dirige stabilmente) e al Festival di Lucerna, ha proposto una lettura attenta, soprattutto nel brano dal Tristan und Isolde, che è stato forse il momento più alto della serata. In Tannhäuser e nella Cavalcata delle Valchirie ha invece prediletto maggiormente il rigore formale rispetto all’opulenza sonora dell'orchestra, fors’anche perché conscio di non disporre di un complesso strumentale in grado di assecondare una simile lettura, ottenendo comunque un buon risultato. Meno convincenti, dal punto di vista orchestrale, fors’anche per qualche colpa di Wagner, sono stati i Lieder Wesendonck, che comunque il maestro Nagano ha accompagnato con sobrietà, ben assecondando la voce del contralto Gerhild Romberger, che, nella sua carriera, vanta di aver collaborato con direttori del calibro di Sir Simon Rattle. La sua linea di canto è apparsa stabile in buona parte dell'esecuzione e la sua dizione ottima.


La Filarmonica Toscanini ha suonato in modo corretto in alcuni passaggi, soprattutto nel Tannhäuser iniziale, anche se non sono mancati numerosi momenti critici. I fiati e gli ottoni sono stati complessivamente pregevoli, mentre meno convincente è stata la prestazione degli archi, che non di rado sono apparsi sottotono, un poco striduli e privi di corpo.


Il concerto, nel complesso, è stato buono e ha riscontrato un caloroso successo.

 


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