Salisburgo, Großes Festspielhaus. 14 Agosto 2024.
Raramente uno spettacolo teatrale è talmente bello da spingere uno spettatore a risentirlo due volte. E’ il caso proprio di questo Don Giovanni in scena alla Festspielhaus di Salisburgo diretto dal maestro Currentzis. La recensione di questa produzione è già uscita (ed è reperibile in fondo alla pagina), ma un ulteriore ascolto mi ha permesso di apprezzare ancora di più alcuni dettagli che non avevo colto quando ho assistito ad una delle precedenti recite.
Non è stata per certo una scoperta la direzione del maestro Teodor Currentzis, che resta uno dei punti di forza di questa felicissima realizzazione. La sua interpretazione non si limita soltanto a rileggere la partitura, con sapiente e talentuosissima libertà, che però non sconfina mai nell’arbitrio, ma si caratterizza per il coraggio (di per sé anche divisivo – tanto che non è mancato qualche sporadico e inopportuno dissenso) di introdurre, come avveniva anche al tempo di Mozart, e quindi compiendo un prezioso lavoro filologico, pezzi spuri ed improvvisazioni al fortepiano (ciò accade, solo per fare un esempio, nella scena del cimitero). Il direttore d’orchestra greco ha pertanto rinnovato una direzione che ha mostrato, ancor più chiaramente nell’ultima recita, l’innovativo pregio di indugiare sapientemente su alcune pause e su alcuni recitativi, scandendo (e, per certi versi, anche assecondando), in modo originalissimo, i tempi scenici dell’opera.
Si confermano ottime le prove vocali del cast con un eccellente Davide Luciano (Don Giovanni), una straordinaria Nadezhda Pavlova (Donna Anna), un preparato Kyle Ketelsen (Leporello), una perfetta Federica Lombardi (Donna Elvira) e un bravo Julian Prégardien (Don Ottavio). Di adeguato livello si riconfermano le prestazioni vocali di Ruben Drole (Masetto) e Anna El-Khashem.
Nuove percezioni, e non solo conferme, ha invece dischiuso la regia di Romeo Castellucci, la quale, ad un terza visione, dovendosi aggiungere alle due attuali, anche quella del 2021, non finisce di sorprendere, anche se le rimane il (forse ineludibile) limite di utilizzare un linguaggio scenico, al servizio di una significativa profondità di lettura, che solo dopo ripetute visioni può essere apprezzato nella sua complessità. E così, per citare un caso, solo nell’ultima visione dello spettacolo mi è stato possibile cogliere che, mentre Donna Anna racconta a Don Ottavio gli “…strani avvenimenti…”, alle sue spalle sono posizionati due bracieri, in cui quello con la scritta “falso” arde ben più di quello con la scritta “vero”, in modo da rimarcare che la stessa Donna Anna sta mentendo. Questo dovrebbe permettere di capire che, nella scena iniziale, in cui tra l’altro Don Giovanni non è l’assassino del Commendatore, che muore di infarto, e dunque non si macchia di alcun delitto, Donna Anna non sta scacciando il Seduttore, ma lo sta ricorrendo, in quanto ne è innamorata; e che, nell’ultima scena, in cui tra l’altro Donna Anna pare infastidita dal povero Don Ottavio, agghindato nell’ennesimo e sempre diverso grottesco modo, la stessa Donna Anna osserva “…un anno ancor…” di lutto, non per il Commendatore, ma per Don Giovanni. Gravita quindi, attorno alla figura del “Cavaliere”, un mondo femminile in cui i valori da ciascuna protagonista espressi sono macchiati dalla colpa, vissuta in modo più o meno inconscio e più o meno ipocrita. D’altra parte, e non per caso, è solo Don Giovanni a dettare nell’opera la sua (a)morale regola di vita e di morte, attorno a cui si muovono le altre figure, quando declama irridente “…Chi a una sola è fedele verso l'altre è crudele; io, che in me sento sì esteso sentimento, vo' bene a tutte quante: le donne poi che calcolar non sanno, il mio buon natural chiamano inganno…”. Castellucci non ha quindi deciso di “illustrare” l’opera e nemeno ha optato per l’escamotage (spesso infelice se l’opera non si presta) della “storia nella storia”, ma ha costruito in modo geniale un Don Giovanni che è tutto e il suo contrario, permettendo (all’ascoltatore che però deve già conoscere bene l’opera) una comprensione dell’opera totale.
Quella del 14 agosto è stata un’altra serata trionfale per questo superlativo Don Giovanni.