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Lorenzo Giovati

Concerto di Capodanno 2024 dal Teatro La Fenice • Luisi

Venezia, Teatro La Fenice (in diretta su Rai 1). 1 Gennaio 2024

 

Come ogni anno, da quando un terribile incendio distrusse il meraviglioso teatro veneziano, il Teatro La Fenice propone il Concerto di Capodanno, il quale si articola in una prima parte (riservata agli ascoltatori presenti in sala), e in una seconda parte che Rai 1 manda in onda alle 12.30. Scelta che, da appassionato, non condivido, in linea con quanto pubblicato in un articolo di ieri del Corriere:


"Cosa trasmettere, infine? I 40 e più minuti di Brahms certo che no. L’oretta di passi antologici certo che sì. [...] se un’opera richiede un minimo sforzo di comprensione, meglio lasciar perdere."


Quest'anno il concerto è stato affidato, per la terza volta, al maestro Fabio Luisi, che ha proposto un programma molto interessante, che ha spaziato tra Verdi, Ponchielli e, soprattutto, Puccini (7 dei 13 brani eseguiti provenivano dalla penna del genio toscano), data la ricorrenza dei 100 anni dalla sua morte. Come l'anno scorso, la parte vocale è stata affidata ad un soprano e ad un tenore, quest'anno Eleonora Buratto e Fabio Sartori.


La soprano mantovana, al suo debutto veneziano, si è destreggiata dapprima in un commovente e tormentatissimo "Vissi d'arte" dalla Tosca, poi in "Un bel dì vedremo" da Madama Butterfly, cantato con estrema consapevolezza, padronanza vocale e incredibile precisione nelle intonazioni. Si è confermata indubbiamente un’artista di grande valore.


Il tenore Fabio Sartori, a sua volta, ha dato prova di essere in buona forma vocale, anche se non sempre il suo timbro è pulito e la sua emissione è spontanea e naturale. Il tenore trevisano ha eseguito prima "E lucevan le stelle" dalla Tosca, poi "Nessun dorma" dalla Turandot, ottenendo in entrambe le arie un ampio consenso e, invero, meritato consenso.


Il maestro Fabio Luisi ha accompagnato bene, sia i brani solistici, sia i brani corali, dimostrandosi un ottimo conoscitore delle partiture e un interprete degno della fama che ha conquistato. Molto ben realizzati sono stati anche i due brani per orchestra sola: l'intermezzo da Manon Lescaut di Puccini e la Danza delle ore dalla Gioconda di Ponchielli.


A circa metà concerto è stata eseguita una piccola "playlist" delle musiche più celebri che hanno segnato la storia della televisione italiana, come il finale del Guglielmo Tell, la sigla del TG 1, la melodia orecchiabile del Carosello, le musiche di Che tempo fa, Studio Uno, Pinocchio, Gian Burrasca e la famosa sigla dell'Eurovisione (utilizzata ancora oggi). Scongiurato il rischio di sfociare in quella che si definisce una "pacchianata", alla fine il brano ha festeggiato in bel modo i 70 anni della televisione italiana, ottenendo buoni riscontri da parte del pubblico.


Buona è stata anche la prestazione del coro del Teatro la Fenice, che ha ricevuto ottimi consensi, cantando “Alla gioia… Tace il vento, è questa l’onda” da I Due Foscari, “Di Madride noi siam mattadori” da La Traviata, il Coro a bocca chiusa da Madama Butterfly, "Va Pensiero" da Nabucco e infine "Padre Augusto" da Turandot (accompagnati da Eleonora Buratto).


Buona mi è parsa anche l'orchestra del Teatro Veneziano. Peccato per qualche oscillazione nel suono di trombe e tromboni, specialmente nel brano "Padre Augusto".

Infine, dopo gli auguri di rito del maestro Luisi, gli artisti hanno eseguito il brindisi "Libiam ne lieti calici" dalla Traviata, che ormai tradizionalmente chiude il concerto.

Quella di quest’anno è stata, a mio avviso, una buona edizione, migliore di quelle degli anni passati, e che ha meritato l’ascolto.


 

Il concerto è riascoltabile su Rai Play cliccando sul tasto sottostante:




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