Salisburgo, Großes Festspielhaus. 31 Agosto 2024.
La delusione dei Racconti di Hoffmann ha trovato piena compensazione nell’immenso carisma e nella grande arte canora di Juan Diego Flórez, il cui recital ha aperto l’’ultimo giorno del Festival di Salisburgo 2024.
Il concerto si è proposto come un continuo crescendo di energia, di emozioni, di talento artistico e di divertimento. E’ iniziato con le melodie tranquille di Gluck, tanto per scaldare il mezzo vocale, ed è terminato con le esilaranti gag di Besame Mucho, intonata da Florez al pianoforte mentre il pianista si era assentato per cercare la partitura dell’ultimo bis.
Al fianco del tenore peruviano si è seduto al pianoforte il maestro Vincenzo Scalera, che ha offerto per tutto il concerto una performance di straordinaria professionalità, integrandosi perfettamente con la parte vocale senza risultare invadente e lasciando che fosse il tenore a guidare le esecuzioni.
Il primo brano proposto, come già scritto, è stato O del mio dolce ardordi Christoph Willibald Gluck, seguito da Where'er you walk di Georg Friedrich Händel e poi da Già il sole dal Gange di Alessandro Scarlatti. Tutti questi brani sono stati eseguiti perfettamente e in modo facile, con la tipica vocalità "mesta" del tardo 600 e primo 700. Più allegra è stata l'ultima aria di Scarlatti, che ha perfettamente evidenziato la maestria di Flórez nel differenziare il suo colore vocale e la sua interpretazione, rendendo il suo canto tutt'altro che monocorde.
Come "stacchetto" e introduzione ai compositori di fine 700 e inizio 800, il maestro Vincenzo Scalera ha eseguito con allegria e precisione tecnica e ritmica il bellissimo brano Une Bagatelle für Klavier di Gioachino Rossini, che di raro si apprezza in altri contesti se non quelli di un'opera lirica e che quindi ha riscontrato un caloroso successo da parte del pubblico.
Successivamente il maestro Flórez è tornato sul palco per eseguire l'aria Che sorda al mesto pianto - Ah, come nascondere dall'opera Ermione di Gioachino Rossini e, successivamente, l'aria Ed ancor la tremenda porta - Come uno spirito angelico dall'opera Roberto Devereux di Gaetano Donizetti. Anche in questo repertorio, già di una difficoltà superiore, il maestro Flórez ha dimostrato di trovarsi completamente a suo agio, cantando con voce sempre piena, con grande agilità e con ammirevoleprecisione negli acuti (soprattutto dell'aria di Rossini).
Dopo l'intervallo, con un notevole salto temporale verso la fine dell'800 e l'inizio del 900, il tenore peruviano ha eseguito due arie in lingua spagnola, ovvero Por el humo se sabe dónde está el fuego di Amedeo Vives i Roig e Bella enamorada di Reveriano Soutullo e Juan Vert. La voce chiara di Flórez e la sua tecnica sopraffina hanno ricordato forse il miglior interprete di questo repertorio, ovvero l'immenso Alfredo Kraus.
Per concedere una breve pausa al tenore, il maestro Scalera ha poi eseguito l'Intermezzo numero 1 di Manuel Ponce, interpretato, anche in questo caso, con grande sensibilità.
Successivamente, per non lasciare inesplorato nemmeno il repertorio francese, Flórez si è cimentato in Puisqu'on ne peut fléchir - Vainement, ma bien-aimée di Edouard Lalo e in Quel trouble inconnu - Salut! demeure chaste et pure dal Faust di Charles Gounod. Inutile dire che entrambe le esecuzioni sono state perfette, curate nei minimi dettagli e impressionanti dal punto di vista tecnico, con dei precisissimi alleggerimenti e dei toccanti filati.
Il maestro Scalera si è quindi cimentato da solo nell'esecuzione del Walzer di Giuseppe Verdi, famoso per aver fornito la colonna sonora (grazie all'intervento di Nino Rota) al conosciutissimo film Il Gattopardo di Luchino Visconti. Ne è risultato un valzer molto piacevole ed allegro.
In conclusione (in realtà apparente) di un recital che fino ad allora aveva toccato più o meno tutti i repertori, non poteva certo mancare un tributo a Giuseppe Verdi e, perciò, è stata eseguita l'aria Oh! fede negar potessi - Quando le sere al placido - L'ara, o l'avello dall'opera Luisa Miller. L'esecuzione, che ha evidenziato comunque la difficoltà del brano, è stata eccellente, sebbene il repertorio da lirico spinto non si addica perfettamente alla vocalità del maestro Flórez.
Da lì in poi è seguita un'interminabile sequenza di bis dalla durata di quasi mezz'ora. Dapprima il maestro Flórez si è presentato sul palco con una chitarra per eseguire un paio di canzoni spagnole: Que Nadie Sepa Mi Sufrir e Cucurrucucú Paloma. Durante proprio la seconda aria, il tenore peruviano ha sfoggiato un immenso controllo del fiato e della voce, tenendo una nota acuta per moltissimo tempo e che si è protratta anche dopo gli applausi scroscianti del pubblico.
Il maestro Flórez è stato poi raggiunto dal maestro Scalera per l'esecuzione dell'aria Una furtiva lagrima dall'Elisir d'Amore di Gaetano Donizetti, cantata alla perfezione. Siccome gli applausi calorosissimi del pubblico non davano cenni di affievolimento, il maestro Flórez ha continuato la sua rassegna di bis, proponendo Ah lève toi, solei da Romeo et Juliette di Charles Gounod.
Dopo altri abbondanti minuti di applausi scroscianti, il maestro Scalera si è ritirato per poco tempo dietro le quinte per cercare uno spartito che non riusciva a trovare. Allora il maestro Flórez, per intrattenere il pubblico ha improvvisato un accompagnamento pianistico di Besame Mucho.
A conclusione di un recital che non sembrava avere fine, il maestro Flórez ha eseguito l'aria Dein ist mein ganzes Herz di Franz Lehar.
Sul repertorio tedesco si è quindi concluso, tra applausi interminabili e numerose standing-ovations, un recital che nessuno avrebbe voluto che finisse e che rimarrà a lungo nella memoria di coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi.