Salisburgo, Großes Festspielhaus. 28 Agosto 2023
Ormai stanco della continua pioggia che bagnava costantemente il mio soprabito e rendeva più scivolose le suole delle mie scarpe, pattinando e cercando di non cadere, facevo il mio ennesimo ingresso "in scivolata" alla Großes Festspielhaus per assistere al secondo e ultimo concerto del Berliner Philharmoniker, diretti ancora da Kirill Petrenko.
La prima parte era composta da un binomio di Variazioni. Prima quelle composte da Brahms, su tema di Haydn, e poi quelle composte da Schönberg.
Personalmente adoro Brahms, mentre apprezzo molto meno la musica di Schönberg, che trovo completamente priva di una melodia riconoscibile. Fatico a capire dove stia il genio da molti riconosciuto.
Andando all'esecuzione, ho trovato le variazioni di Brahms molto fredde e concitate, nonostante una splendida orchestra che ha suonato, come sempre, benissimo.
Non riesco invece a valutare le variazioni di Schönberg che mi sono sembrate solo molto ben suonate.
La seconda parte prevedeva la sinfonia n.8 di Beethoven, la più corta delle nove e, a parer mio, anche una delle più gioiose. Tutta la sinfonia mi è parsa molto frenetica, fredda, velocissima e a tratti quasi isterica. Senza scomodare direttori leggendari come Leonard Bernstein, avevo nelle orecchie l'esecuzione di Riccardo Chailly che, con l'orchestra del Gewandhaus di Lipsia, propone un'ottava sinfonia molto energica, ma ben più armoniosa, romantica e tranquilla nei momenti in cui Beethoven stesso lo richiede (come per esempio il terzo movimento). Nell'esecuzione di Petrenko ho rinvenuto un grande sfoggio di potenza e di sicurezza orchestrale, ma l'interpretazione era molto "siberiana". Un Beethoven quindi, non pienamente convincente.
Tirando le somme: ottima orchestra e sicuramente un grande direttore. Quindi, per me, un concerto bello, ma per nulla memorabile.