Vienna, Konzerthaus. 15 Giugno 2024.
All’interno della meravigliosa cornice della Konzerthaus viennese (che, tra le altre cose, ha da poco annunciato una stagione 24/25 di straordinario interesse), si è esibita sabato sera la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, diretta dal maestro Daniel Harding, che ha sostituito il maestro Franz Welser-Möst, impossibilitato a dirigere per un problema di salute. Il programma, che originariamente prevedeva, nella seconda parte, la Sinfonia Domestica di Richard Strauss, ha subito, per questo motivo, una variazione e ha proposto, in sostituzione, sempre conservando l’originaria impostazione straussiana, il Tod und Verklärung, il Don Juan e la Danza dei Sette Veli da Salome.
La prima parte ha invece mantenuto ferma l’esecuzione del quinto concerto per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, denominato “Imperatore”. Al pianoforte sedeva l’affermato pianista Leif Ove Andsnes, che ha costruito un'interpretazione ritmicamente scandita e dinamicamente molto tesa. Il suo pianismo è parso caratterizzato da un colore freddo, da un’emotività contenuta e da una tendenza a privilegiare le note acute rispetto alle note basse (il contrario, per esempio, di Krystian Zimerman). L'esito, soprattutto nel primo e nel terzo movimento, è stato quello di un’esibizione tecnicamente eccelsa, ma un poco limitata nella partecipazione e nel calore, in cui l’eufonia della partitura è risultata a volte screziata da un tratto pianistico un poco nervoso. Il secondo movimento ha invece maggiormente fornito al pianista norvegese l'opportunità di cimentarsi in un'interpretazione di più ampio e disteso respiro. Eccellente è stata la cadenza che ha concluso il primo movimento.
A supporto di un'interpretazione pianistica comunque di alto livello, si è felicemente proposta l'eleganza orchestrale esibita dal maestro Daniel Harding, che ha perfettamente assecondato il solista, lasciando a lui l’onere e l’onore di guidare l'esecuzione. Sebbene l'impostazione interpretativa si sia collocata all’interno di un paradigma tradizionale, il tenore esecutivo è sempre stato, per l’intero concerto, di altissimo livello, specialmente nel primo movimento al punto che, al termine di esso, qualche spettatore ha persino azzardato l’avvio di un applauso, subito censurato dal resto della sala. Il gesto e l’impostazione interpretativa del maestro Harding hanno poi trovato un meraviglioso contrappunto nel suo rotondo, vellutato, perfettamente intonato in ogni sezione, profondo e morbido della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, che ha emozionato, dimostrando di meritare appieno la sua attuale collocazione tra le prime orchestre al mondo.
L'esito della prima parte del concerto è stato trionfale, soprattutto per il pianista, che ha generosamente concesso, come bis, l’Intermezzo in mi maggiore op. 116/6 di Johannes Brahms.
La modificata seconda parte del concerto ha invece esaltato la bravura esecutiva del maestro Daniel Harding, che ha nuovamente guidato l'orchestra bavarese per eseguire il brano che, da molti, viene considerato come l'apice della produzione straussiana: il Tod und Verklärung. L'interpretazione, anch’essa rientrante nel solco della tradizione, sempre caratterizzata dall’eleganza che contraddistingue il direttore inglese, ha restituito una perfetta armonia tra mistero, tormento e intensità, spaziando con maestria da momenti di esplosiva tensione a momenti di più sommessa intimità.
È poi seguita l’esecuzione del Don Juan, la cui interpretazione, proposta dal maestro Harding, è riuscita ad ottenere un perfetto connubio di vivacità, allegria e sensualità.
Ha infine chiuso il concerto la Danza dei Sette Veli dalla Salome, anch’essa magistralmente eseguita, su un ritmo crescente e incalzante.
La performance della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks è stata di quelle che meritano di essere ricordate e che valgono un viaggio a Vienna (oppure a Monaco). Il suo suono morbido, ma allo stesso tempo anche potente e profondo, sempre impeccabile in ogni sezione orchestrale, ha trovato esaltazione nell’esecuzione delle partiture straussiane, contribuendo, in modo decisivo, ad esito stravolgente e mozzafiato.
Al termine del meraviglioso concerto il pubblico ha quindi tributato al Direttore e all’orchestra una meritata ovazione.